3. Agenda Due concetti di libertà Determinismo e libero arbitrio (27 aprile) Pluralismo dei valori (12 maggio) La libertà dopo Berlin (Mario Ricciardi – 19 maggio)
4. Agenda Due concetti di libertà Determinismo e libero arbitrio (27 aprile) Pluralismo dei valori (12 maggio) La libertà dopo Berlin (Mario Ricciardi – 19 maggio)
5. Bibliografia Berlin, I. (1954,1969, 1997) HistoricalInevitability in Hardy, H. (ed.) Liberty, Oxford University Press, 2002 (L’inevitabilità storica in Libertà, edizione italiana a cura di Mario Ricciardi, Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 97-168) Berlin, I. (1969) From Hope and Fear Set Free in Hardy, H. (ed.) Liberty, Oxford University Press, 2002 (Da Speranza e paura liberati, edizione italiana a cura di Mario Ricciardi, Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 259-286)
6. Intenzioni “A questo tipo di interpretazione in termini di scopi e caratteri individuali si contrappone un’intera famiglia di dottrine (cui il progresso delle scienze naturali conferisce un prestigio sempre maggiore) per le quali qualsiasi spiegazione in termini di intenzioni umane deriva da una mescolanza di vanità e ignoranza ostinata” (p. 101) “Queste dottrine riposano sul postulato che sia un’illusione credere nell’importanza delle motivazioni umane; che il comportamento degli uomini sia quello che è per cause che in larga misura sfuggono al controllo individuale” (p. 101)
7. Individui “Gli individui rimangono ‘astratti’ proprio perché sono semplici ‘elementi’, ‘aspetti’ o ‘momenti’ costruiti con un’artificiosa astrazione per scopi ad hoc e sono, letteralmente, privi di realtà…al di fuori degli interi di cui fanno parte, più o meno come il colore, la forma o il valore di una cosa sono ‘elementi’, ‘attributi’, ‘modi’ o ‘aspetti’ di un oggetto concreto, isolati per convenienza e pensati come esistenti indipendentemente, in sé, solo a causa di una debolezza dell’intelletto analizzante” (p.102) “I nostri valori – ciò che noi consideriamo buono o cattivo, importante o banale, giusto o sbagliato, nobile o spregevole – sono condizionati dal posto che occupiamo nel disegno complessivo lungo questa scala in continuo movimento” (p.105)
8. Teleologismo “L’idea che la storia obbedisca a leggi naturali o soprannaturali, che ogni evento nella vita dell’uomo sia un elemento di un disegno necessario ha profonde origini metafisiche, e l’infatuazione per le scienze naturali alimenta questa tendenza ma non ne è l’unica fonte, e neppure quella principale” (p.107) “Il teleologismo ha molte versioni, ma la cosa comune a tutte è la convinzione che gli uomini, anzi tutte le creature viventi e forse anche gli oggetti inanimati, non siano semplicemente quello che sono ma abbiano delle funzioni e degli scopi…imposti loro da un creatore…oppure sono, per così dire, interni a chi li possiede, per cui ogni creatura ha una sua ‘natura’” (p.107) “La teleologia non è una teoria o un’ipotesi, ma una categoria o un quadro di riferimento sulla cui base viene concepita e descritta – o dovrebbe esserlo – ogni cosa” (pp. 108-109
9. Forme di fede “Le marionette possono essere consapevoli del processo inevitabile in cui recitano la propria parte ed essere felici di identificarsi cin esso; ma il processo resta inevitabile e loro restano marionette” (p.110) “Un fallimento totale è escluso a priori, perché a un livello ‘più profondo’ qualunque processo culmina in un successo” (p.110) “La teleologia è una forma di fede non confermabile né confutabile da parte di nessun tipo di esperienza; i concetti di dato osservativo, prova, probabilità e via dicendo sono del tutto inapplicabili nel suo caso” (p.110)
10. Tutto è misurabile “Infatti, se le leggi sono state stabilite correttamente, descrivere una cosa significa, in realtà, affermare che non avrebbe potuto accadere diversamente” (p.112) “Il progresso della conoscenza porta costantemente nuove aree di esperienza sotto il dominio di leggi che rendono possibili inferenza e predizioni sistematiche” (p.113) “Più conosciamo e più l’area della libertà umana, e di conseguenza della responsabilità, si restringe” (p.113)
11. Determinismo “Le diverse varianti di questi atteggiamenti implicano, come tutte le forme di determinismo autentico, l’eliminazione del concetto di responsabilità individuale” (p.118) “L’ammirazione o il disprezzo per questa o quella persona può sicuramente sopravvivere, ma diventa simile a un giudizio estetico” (p.119) “Questi uomini erano quello che erano, e così è per noi…Il loro comportamento può essere spiegato nei termini di qualsiasi categoria fondamentale che riduca la storia a una scienza naturale, oppure a uno schema metafisico o teologico” (p.120)
12. Esperienza “La mia tesi è che cercare seriamente di adattare i nostri pensieri e le nostre parole all’ipotesi del determinismo sia un’impresa tremenda per come stanno le cose oggi e per come sono sempre state nel corso della storia conosciuta” (p.126) “La questione di che cosa determinati agenti possano o non possano fare è di natura empirica, e la sua soluzione corretta deve fare appello…all’esperienza” (nota 14, p.126) “E poiché la storia non è una scienza deduttiva (e persino la sociologia diventa sempre meno comprensibile quando perde il contatto con i propri fondamenti empirici), tali ipotesi, in quanto modelli astratti, puri e privi di applicazione, saranno di scarsa utilità per chi studia gli uomini e il modo in cui vivono” (p.127)
13. Frontiera “Il senso della nostra libertà e indipendenza, la nostra fiducia nell’esistenza di un’area, per quanto piccola, nella quale possiamo scegliere di agire come vogliamo, ci abbandona: al loro posto ci viene data l’idea di appartenere a un sistema bene ordinato in cui ognuno ha una posizione unica, consacrata a lui soltanto” (p.131) Dove va tracciata la frontiera tra libertà e leggi causali? La spiegazione di ogni azione umana viene trasferita su forze impersonali Comprendere tutto significa rendersi conto che nulla potrebbe essere diverso da come è. Sensi di colpa, ingiustizia, deformità, resistenza o condanne sono indizio di cecità, fraintendimento, aberrazione soggettiva, incapacità di “connettere”.
14. Conoscenza (troppa) e perdono “Più conosciamo e più siamo sollevati dal peso della scelta; perdoniamo gli altri per ciò che non possono non essere e perciò stesso perdoniamo noi stessi” (p.134) “La libertà implica notoriamente la responsabilità e per molti perdere il fardello di entrambe non con un ignobile atto di resa, ma grazie al coraggio di contemplare con spirito sereno le cose quali devono essere, è fonte di ben accetto sollievo” (p.134)
15. Conoscenza (troppo poca) e perdono Nulla è assoluto, le regole morali variano in relazione alla distribuzione del potere Il numero dei fattori che influenzano la vita è molto grande e ne conosciamo pochissimi Cercare di cambiare radicalmente le cose sulla base delle nostre conoscenze è irrealistico o assurdo La nostra conoscenza non è mai sufficiente a consentirci di attribuire responsabilità.